Recensione Rabbids Go Home

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  1. Warryor
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    I coniglietti pazzoidi della Ubisoft portati al successo da titoli come Rayman Raving Rabbids 1 e 2 e Rayman Raving Rabbids TV Party vogliono tornare a casa. In questo nuovo Rabbids go Home scompare definitivamente la melanzana col ciuffo di nome Rayman, cosa piuttosto prevedibile visto che, gioco dopo gioco, la sua presenza si era fatta sempre più rada.

    Dopo averne combinato di tutti i colori i conigli più strampalati mai apparsi su un monitor hanno finalmente deciso di tornare da dove sono venuti, la Luna e per farlo non avrebbero potuto scegliere che il modo più assurdo: formare un mucchio di ciarpame abbastanza alto da raggiungere il tanto amato satellite. I conigli, insomma, percorreranno in lungo e in largo la terra raccogliendo, o per meglio dire rubando, tutto ciò che troveranno per realizzare il loro folle progetto.
    Il giocatore si calerà nei panni di due conigli razziatori che a bordo di carrelli della spesa e talvolta supportati da motori di aeroplani, camere d'aria giganti e altri folli mezzi semineranno panico e devastazione fra gli umani con il solo scopo di raccogliere più oggetti possibile.

    Il gioco è qualcosa a metà fra un platform 3D e un arcade (molto arcade) di guida perché più che camminare e saltare bisognerà correre e sgommare (indipendentemente dal mezzo di trasporto usato) in vari scenari, ognuno caratterizzato da rampe, porte, pedane oscillanti, tunnel e altro ancora.
    Le ambientazioni sono le più varie e vanno dall'immondezzaio alle condutture fognarie, passando per centri commerciali, strade, parchi e uffici. In ogni livello occorrerà raccogliere quanti più oggetti possibili semplicemente passandoci sopra. Si possono anche far saltare fuori oggetti da armadi, scatoloni, casse e simili agitando il Wiimote e scatenando il famoso urlo conigliesco (Bwaaahhhh!)che con il suo impatto può demolire non solo l'equilibrio mentale di chi lo sente. Con la stessa arma, infatti, si possono spaventare gli umani e denudarli di ogni avere oltre che contrastare i nemici come cani e le truppe speciali di “Verminator”, una specie di corpo d'assalto creato appositamente per contrastare i conigli.

    Alla fine il gioco è tutto qui, appunto, un platform 3D dalla struttura più classica che possa esistere ed è questo, probabilmente, il limite più grande di Rabbids Go Home. Nonostante fondi le sue basi su quelli che, fino ad ora, si sono rivelati come dei personaggi riuscitissimi, Rabbids Go Home non riesce a rendere divertente la demenzialità come hanno fatto i titoli precedenti. Probabilmente la causa è proprio la scelta di cambiare rotta rispetto alla classica raccolta di minigiochi. I minigiochi, infatti, permettevano di dare libero sfogo alla fantasia e di sfruttare al meglio e senza alcun limite la follia dei coniglietti Ubisoft regalando al giocatore brevi, ma intensissime, esperienze di gioco sempre differenti. Grazie anche all'ausilio dell'intuitività dei comandi del Wii era davvero difficile che un giocatore non trovasse almeno una decina di minigiochi di suo gusto fra tutti quelli proposti. In Rabbids Go Home, invece, la tipologia di gioco è sempre la stessa e varia di poco lungo tutti i livelli lasciando forse un po' delusi i fan dei titoli della serie.

    Già dopo qualche livello, infatti, l'impressione è che si debbano fare sempre le stesse cose e, sinceramente, manca un po' di quello stimolo che altri platform 3D riescono a suscitare per “andare avanti”. Un altro elemento che contribuisce a questa sensazione è la scarsa interattività con l'ambiente circostante perché avendo a che fare con un'orda di conigli irriverenti che dovrebbero seminare panico e caos fra gli umani, ci si sarebbe aspettati di poter fracassare vetrine, rovesciare automobili, sfondare muri, rovesciare scaffali e vedere decine di umani urlare e scappare ovunque in preda al panico. In effetti sono pochi gli oggetti con i quali si può interagire e gli umani agiscono in maniera piuttosto innaturale rispondendo alle aggressioni con frasi decisamente fuori luogo e poco divertenti.

    A recuperare un po' lo spirito comico e demenziale ci pensano alcune scene di intermezzo decisamente riuscite (come anche quelle che ogni tanto sottolineano la raccolta di oggetti particolari come radio, polpi, macchinine eccetera), ma che purtroppo sembrano slegate dal resto del gioco.
    Alcuni spunti divertenti ci sono eccome, come quando all'inizio del gioco viene effettuato un check dei controlli (che bisogna agitare) e che si ferma a metà perché viene individuato uno strano oggetto dentro al Wiimote; di seguito appare la ripresa dell'interno del proprio Wiimote per scoprire che vi si è insediato un coniglietto e agitando il comando lo si potrà sbattere da una parte all'altra. In questo caso si nota la cura riposta nella realizzazione dell'effetto perché i movimenti del Wiimote sono riprodotti in maniera fedelissima così come gli effetti sul coniglietto cosa che genera una quantità di spassose situazioni. Per fortuna il coniglietto intruso tornerà a fare visita al giocatore durante il gioco a seconda dei punteggi raggiunti.

    Purtroppo si tratta di un fatto occasionale anche perché l'aspetto fumettoso, colorato e vivace che aveva caratterizzato gli altri giochi e che era lecito aspettarsi anche in questo nuovo titolo, non è reso alla stessa maniera: le locazioni, per quanto ampie, sembrano sempre un po' spoglie, i colori spenti, gli stessi umani, che dovrebbero essere rappresentati in maniera caricaturale, non convincono. Non convince neanche il tentativo di fare del gioco una parodia della società occidentale inquadrata e standardizzata dentro a una vita monotona votata al consumismo. “Lavorate di più, guadagnate di più, spendete di più” dicono gli altoparlanti nei supermercati di Rabbids Go Home, ma pare solo un maldestro tentativo di imitare il cinismo tipico, ad esempio, dei Simpsons.
    Sviluppando in maniera più approfondita il sistema che accumula quantità enormi di oggetti sul carrello si sarebbe potuta creare una pila sempre più grande o un enorme “blob” alla “We love Katamari”, sicuramente una cosa molto più divertente del carrello che mostra solo alcuni degli oggetti raccolti secondo una logica difficile da capire. Dettagli forse, ma tutte cose che era più che lecito aspettarsi dai creatori degli ottimi titoli precedenti.

    Tecnicamente il gioco si dimostra di buona qualità, come è lecito aspettarsi da Ubisoft; i caricamenti sono rapidi, il sonoro è di alto livello e sempre puntuale, i controlli del Wii sono ben interpretati e il motore grafico non ha rivelato alcun problema. Unico appunto in questo caso va alle inquadrature che talvolta nascondono parti di scenario e risulta un po' scomodo procedere “alla cieca”.
    Buona anche l'idea di coinvolgere un secondo giocatore dandogli la possibilità di usare il Wiimote come se fosse una pistola: puntandola sullo schermo e sparando conigli su persone e bersagli di vario genere per agevolare il compito del pilota del carrello.

    Completano il quadro la macchina fotografica che consente di fotografare le scene di gioco per spedirle agli amici e la possibilità di personalizzare e “addobbare” nelle maniere più assurde il coniglietto inquilino del Wiimote.
    Operazione puramente commerciale? Probabilmente no dato che ci sono alcuni elementi che lasciano comunque pensare a un discreto impegno e a una notevole cura anche dei particolari, come abbiamo visto, ma la cartolina che dentro la confezione e che pubblicizza una linea di bagnoschiuma con i coniglietti sull'etichetta lascia comunque qualche dubbio...


     
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0 replies since 20/11/2009, 16:04   80 views
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